TRE SCENE DI GIOCATORI DI CARTE INCISE DA MITELLI NEL XVII secolo

Un aspetto molto interessante della storia dei Tarocchi, oltre ai mazzi di carte, è un giacimento di opere d’arte che mostrano scene di vario genere legate al gioco, alla magia, alla religione e alla società nel senso più ampio. Si tratta di dipinti, incisioni, sculture e altri manufatti.

In questo articolo vengono analizzate tre opere che recentemente Rinascimento Italian Style Art ha ristampato per proporle agli amanti dei Tarocchi e dei giochi di carte in generale. Queste tre ristampe, in vendita anche su -> ETSY <- (complete di una scheda tecnica) sono uscite dalla penna di un grande artista dell’epoca barocca, Giuseppe Maria Mitelli.

Giuseppe Maria Mitelli era figlio del celebre pittore Agostino Mitelli (Bologna 1609 – Madrid 1660). Anche lui fu un eccellente pittore, ma soprattutto fu uno dei più prolifici incisori del Seicento. Riprodusse capolavori dei Carracci, del Guercino e di altri insigni pittori bolognesi. Realizzò all’acquaforte una straordinaria quantità di soggetti di ogni genere: scene popolaresche di vita quotidiana, allegorie sacre e profane, satire politiche, proverbi. (1)

Nella vasta produzione di Mitelli  spicca un meraviglioso mazzo di Tarocchi fedelmente ristampato nel 2017 da Rinascimento Italian Style Art e accompagnato da un prezioso studio storico completo di istruzioni cartomantiche. (2)

Tarocchino di Mitelli ristampato da Rinascimento Italian Style Art nel 2017
-> CLICCA QUI <-

Mitelli era appassionato a ogni genere di gioco sportivo e fu un assiduo frequentatore dei più diversi ambienti di gioco, sia in case aristocratiche, sia nelle osterie.

A partire dalla metà degli anni Ottanta del Seicento, l’artista bolognese si dedicò all’invenzione di  giochi da tavolo, che lui stesso illustrava e spiegava nell’incisione o in fogli separati. Ad oggi si conoscono ben trentatre incisioni di varie dimensioni. (3)

Nei giochi ideati da Mitelli si trovano, talvolta, riferimenti all’attualità e alla politica internazionale, come nel Gioco nuovo del Turco, del Tedesco e del Veneziano (c.1685) o Il Gioco della Speranza (1699).

Gioco nuovo del Turco, del Tedesco e del Veneziano (Bologna, c.1685)

In alcuni giochi si nota un’impronta satirica nei confronti della società del suo tempo, ma soprattutto spicca, in ogni immagine, la straordinaria fantasia dell’artista, per il quale ogni aspetto della vita quotidiana e persino la fisionomia umana erano fonte di ispirazione per nuovi passatempi, come nel Gioco degli Asini (1687), nel Gioco di tutte le forme dei Nasi (1687), nel  Gioco dell’Amata con gli Amanti (1690), Gioco degli Occhi e delle Bocche (1690), nel Gioco dei Mestieri (1698), giusto per citare qualche titolo.

Anche i classici giochi di carte ispirarono a Giuseppe Maria Mitelli varie scene, che furono accompagnate da commenti a carattere etico, come le tre ristampe proposte da Rinascimento Italian Style Art.

Nella prima stampa, intitolata Il giocatore e la morte, tratta dalla serie “Le Ventiquattr’Hore dell’Humana felicità” (1675), un giocatore solleva con la mano destra un 6 di Denari, mentre con la sinistra indica carte da gioco, dadi e monete sparsi sul tavolo. Altre carte da gioco sono sparse sul pavimento.

Il giocatore e la morte (1675 circa)

In basso si possono leggere due didascalie in rima che sottolineano una visione moralistica di Mitelli. In quella di sinistra parla il giocatore:

GIUOCATORE
Sempre il giocar fu mio diletto e cura
Che ben il tempo nel giocar si spende
D’ogni rendita il gioco a me più rende
E senz’esser ebreo vivo d’usura.

MORTE
Sino all’estrema età, da la più verde
È gioco l’huom d’instabile fortuna,
e se per lei tallor tesor aduna,
più sovente per lei l’anima perde.

La seconda stampa s’intitola “Chi gioca per bisogno perde per necessità”, ovvero, Il giocatore di carte sfortunato, tratto da “Proverbi figurati” (1678). 

Il giocatore di carte sfortunato (1678)

 Qui, un uomo si sta togliendo la camicia di fronte a una donna che gli porge una carta da gioco. Sul tavolo vediamo molte monete, mentre per terra, accanto ai piedi della donna, si vedono i vestiti che il giocatore ha già perso. Nella didascalia si legge il seguente ammonimento:

Sempre più si consuma, e sempre perde,
chi mendico arricchir tenta col gioco,
poiché fallace è di sua speme il verde.

Come dire che il povero che tenta la fortuna al gioco perderà anche il poco che possiede, perché la sua “speme” (la speranza… tradizionalmente il colore di questa virtù è verde) sarà sempre mal riposta.

I giocatori di carte (1683)

La terza stampa, intitolata I giocatori di carte è tratta da “L’onorata vita del poltrone” (1683), dedicata a oziosi e perditempo, dei quali Mitelli descrive in sei immagini la vita di sperperi e la naturale conclusione in povertà. Nella stampa n°5, preludio alla miseria finale, il perditempo si dedica al gioco delle carte e pare interrogarsi sul come ha potuto perdere. La didascalia al piede della figura spiega.

L’huomo infingardo ha d’ogni vizio il peso,
né sol Cerere e Bacco ha per consorti,
ma tant ha nel giocar l’animo acceso,
che l’onor e il danar vanno distorti.

E se da labbro amico ei vien ripreso,
bestemmia ad onta dei consigli accorti,
poiché l poltron per viver come vuole
si giocaria la parte sua del Sole.

Insomma, seguendo l’idea comune che l’ozio è il padre di tutti i vizi, Mitelli, arriva ad affermare che “il poltrone”, l’ozioso, è disposto a perdere anche la luce, vale a dire la vista, pur di seguire le sue malsane abitudini.

Può sembrare strano che Mitelli, appassionato di ogni genere di gioco e a sua volta inventore di numerosi gioco da tavolo, tra i quali un Gioco dei Tarocchi, fosse così critico nei confronti dei giocatori di carte.

In realtà Mitelli era un uomo estremamente equilibrato, critico sia nei confronti delle abitudini dannose della gente, sia nell’eccesso contrario da parte del clero, che vedeva nella carte da gioco un’invenzione diabolica. Mitelli, invece, utilizzava i giochi per educare la gente usando, per così dire, il veleno come antidoto al veleno.

© Giordano Berti

Clicca qui per andare su ETSY

NOTE

(1) http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-maria-mitelli_%28Dizionario-Biografico%29/

(2) Cfr. G. Berti e G. Boni Dori, Giuseppe Maria Mitelli e il Tarocchino bolognese, Bologna 2017.  https://rinascimentoitalianart.wordpress.com/tarocchi-mitelli-1660/

(3) Cfr. Costume e società nei giochi a stampa di Giuseppe Maria Mitelli, catalogo della mostra, Perugia 1988.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...